San Simone: il santo con la sega

Un santo che viene sempre rappresentato in arte con una sega in mano: nell’ultimo video di Arte a modino, per la rubrica “Iconografia bizzarra”, vi parlo dell’iconografia di SAN SIMONE apostolo.

Artisti di ogni epoca lo hanno rappresentato con questo strumento in mano. Seghe di ogni tipo e dimensione: a volte si tratta di un piccolo seghetto, a volte qualcosa di simile ad una spada seghettata, fino ad arrivare a qualcosa di più grandioso come seghe a due manici, quelle usate dai taglialegna.

Il motivo di questo attributo, che forse poco si addice ad un santo, non è legato alla professione che svolgeva quando era in vita. No, non faceva né il falegname né il taglialegna.

San Simone ha come attributo la sega perché venne ucciso in un modo particolarmente crudele. Il suo corpo fu fatto a pezzi con una sega. Segato in due parti. Per questo è raffigurato con questo attrezzo ed è patrono, pensate un po’, dei boscaioli e dei taglialegna.

Nonostante sia uno degli apostoli meno noti, le sacre scritture infatti accennano a Simone solo in poche occasioni, il suo culto è molto diffuso, e lo dimostra il fatto che esistono numerose opere d’arte che lo raffigurano. Sempre con la sega in mano, oppure ritratto mentre subisce questo atroce martirio.

Esistono diverse fonti che raccontano il martirio di san Simone. Alcune sostengono che sia stato ucciso insieme all’altro apostolo, Giuda Taddeo, venendo bastonato con una clava, mentre altre fonti narrano appunto del martirio con la sega, scendendo anche nei dettagli del supplizio e descrivendo il martirio nei particolari.

Il supplizio di san Simone viene rappresentato basandosi sui racconti agiografici, dove il martire viene segato in senso sagittale, dividendo il corpo in due parti, destra e sinistra.

Simone è appeso a testa in giù e viene segato verticalmente al centro, a partire dall’inguine.

E abbiamo numerose opere che ritraggono questa agghiacciante scena, come ad esempio questa eloquente incisione di Lucas Cranach.

In realtà, se vediamo le opere d’arte giunte sino a noi, artisti di ogni epoca hanno interpretato abbastanza liberamente questo supplizio: in molti dipinti il santo anziché venir segato seguendo il piano sagittale, come descritto nelle fonti, viene segato secondo il piano trasverso, all’altezza dell’addome

Non solo san Simone, ma anche altri santi subirono il martirio attraverso la segatura: fra gli altri anche Santa Tarbula , santa Sinforosa di Tivoli.

Anche il profeta Isaia venne atrocemente segato in due e non a caso il modo di raffigurare il suo martirio a è molto simile a quello di san Simone.

LUCAS CRANACH, Martirio di san Simone (c.1512). Incisione
CARLO SCAPIN, Martirio di san Simone (sec.XVII)
MICHAEL WILLMANN, Martirio di san Simone (1662)

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Sant’Elena di Skövde e il dito mozzato appoggiato sul libro

Se vedete una statua o un dipinto raffigurante una santa il cui attributo iconografico è UN DITO MOZZATO, non potete sbagliarvi: quella santa è Elena di Skövde.

Tranquilli, non ha mozzato le dita a nessuno: quel dito era il suo e lo si trova adagiato sulla copertina di un libro. Tutto regolare, mi sembra.

San Valentino: iconografia brutta del patrono degli innamorati

Oggi, 14 febbraio, il video di Arte a modino è chiaramente dedicato all’iconografia di San Valentino di Terni, santo a cui appiopparono, suo malgrado, il patronato sulla festa degli innamorati.

Ma la sua tradizionale iconografia non c’entra niente con questa festa, né ha alcuna correlazione con l’amore e gli innamorati. In questo caso l’iconografia non è nemmeno collegata al martirio del santo, bensì è legata ad una miracolosa guarigione (che lo rese fra l’altro, anche protettore degli epilettici, delle malattie mentali e delle possessioni diaboliche).

Mi raccomando, condividete il video con la persona che amate (e fatela iscrivere al canale YouTube di Arte a modino).

Sanremo al museo: al Pecci di Prato per vedere la finale (no, non è uno scherzo)

Andare in un museo, pagare il biglietto e vedere sul maxischermo la finale di Sanremo 2024.

Quando ho letto la notizia pensavo ad uno scherzo.

Per questo motivo ho voluto telefonare direttamente al “Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato” per avere delucidazioni.

La telefonata, che potete vedere nel video qui sopra, è stata effettuata mercoledì 7 febbraio e le vendite dei biglietti per la finale del sabato seguente stavano evidentemente andando a gonfie vele: il pacchetto VISITA GUIDATA + APERITIVO + PROIEZIONE (costo 30€) era già esaurito. Erano disponibili solamente i biglietti (costo 15€) per vedere la diretta del Festival a partire dalla 20:30, senza la possibilità di visitare il museo. A chi acquisterà questo biglietto verrà comunque dato un voucher per una successiva visita al Centro Pecci (che in realtà costerebbe 10€…)

William Wallace: la statua più odiata in tutta la Scozia

All’artista Tom Church sarà senz’altro sembrata un’ottima idea: se devo scolpire una statua in onore dell’eroe scozzese William Wallace, perché non farla somigliare a Mel Gibson?

Così, sulla scia del pluripremiato (ma storicamente non proprio accurato) film “Breaveheart”, nel 1996 lo scultore decise di realizzare la statua riprendendo i tratti fisiognomici dell’attore australiano. Lascio giudicare a voi il risultato finale.

La statua venne esposta all’interno del Wallace National Monument, ma in un luogo non proprio nobile del complesso museale…

Poco apprezzata dal pubblico, fu oggetto di numerosi atti vandalici: per questo motivo i responsabili del museo furono costretti ad ingabbiarla e successivamente a rimuoverla dalla sua originaria collocazione.

La statua venne quindi restituita allo scultore, che tentò invano di venderla all’asta.

Nello short qui sopra vi racconto brevemente la storia della statua e dove è stata infine collocata.

La statua di Trump fatta con lo sterco di cavallo

Proprio così.

Questo non toglie nulla dal punto di vista del giudizio artistico: d’accordo, non è stata realizzata con un materiale nobile come può essere il marmo, ma non è da questo che dobbiamo valutare un’opera d’arte.

IL GIRO DEL MONDO DELL’ARTE: il gioco da tavolo di Giulio Alvigini (Make Italian Art Great Again)

Sono andato a conoscere GIULIO ALVIGINI, artista e creatore della seguitissima pagina social “MAKE ITALIAN ART GREAT AGAIN”.

Giulio, che da anni con i suoi meme ironizza sul mondo dell’arte contemporanea, questa volta ha fatto di più: si è inventato un gioco da tavolo, interamente dedicato al mondo dell’arte. Un adattamento al tradizionale Gioco dell’Oca al tema dell’arte contemporanea. O meglio, come ci spiega Giulio nell’intervista, al “sistema” dell’arte contemporanea.

Nel gioco dovrete vestire i panni di un giovane artista che cerca di farsi strada nel mondo dell’arte. Fin dal primo lancio di dadi ha inizio il tipico percorso che il giovane artista dovrà affrontare, fatto di collaborazioni non retribuite ed incontri con personaggi mitologici come “venerati maestri”, collezionisti e curator vari.

Devo dire che il Gioco dell’Oca non mi è mai piaciuto, l’ho sempre trovato noiosissimo.

Tutta un’altra storia invece questo GIRO DEL MONDO DELL’ARTE, assolutamente da comprare per più di un motivo:

– divertente passatempo nelle serate tra amici

– vi potete immedesimare in un giovane artista che si affaccia al mondo dell’arte

– il gioco in sé è da considerarsi un’opera d’arte

– è un modo per sostenere un giovane artista come Alvigini

Il gioco è acquistabile presso i bookshop di importanti musei, oppure online sul sito di BONOBOLABO.

FLORENCE BIENNALE: in mostra le opere vincitrici della XIV edizione

Nell’ultimo video di Arte a modino mi sono recato presso la sala esposizioni dell’Accademia delle Arti e del Disegno a vedere la mostra I AM YOU: fino al 28 gennaio, con ingresso gratuito, potrete ammirare le opere vincitrici della XIV Florence Biennale.

Qui di seguito gli artisti in mostra:

Ringrazio per le interviste JACOPO CELONA, direttore della Florence Biennale, e PATRIZIA CASAGRANDA, vincitrice del Premio Internazionale “Lorenzo il Magnifico” per la categoria Mixed Media.

SALA DELLE ESPOSIZIONI DELL’ACCADEMIA DELLE ARTI E DEL DISEGNO (via Ricasoli 68, Firenze)

11-28 gennaio 2024

INGRESSO GRATUITO

orario: 10-13 e 17-19

domenica: 10-13

Eva, la donna costoletta

Nell’ultimo short di arte a modino vi parlo di una strana rappresentazione della Creazione di Eva. Una miniatura di un manoscritto boemo realizzata intorno al 1420 che raffigura Eva in un momento molto particolare: quel preciso istante in cui, subito dopo lo staccamento della costola dal corpo di Adamo, la suddetta costola sta prendendo chiaramente la forma di una donna. Eva, appunto.

Nessun altro artista si era spinto così avanti nell’interpretazione del testo biblico. Solitamente, in tutte le rappresentazioni della Creazione di Eva, vediamo Dio che fa “fuoriuscire” la donna dal costato di Adamo, spesso accompagnandola con una mano. In tutti i casi Eva è già del tutto “formata”, ovvero si presenta con una struttura umana completa di un busto, due braccia e due gambe. Nel nostro caso invece vediamo che Dio ha in mano una specie di bastoncino ricurvo, alla cui estremità troviamo una testa femminile. Naturalmente si tratta della costola di Adamo appena staccata, da cui sta nascendo Eva.

Darth Vader al posto di Lenin

L’ultimo video short di Arte a modino è dedicato ad una vicenda accaduta qualche anno fa, precisamente nel 2015, in Ucraina. I protagonisti sono l’artista ALEXANDER MILOV, il rivoluzionario VLADIMIR ILʹIč LENIN e l’oscuro signore dei Sith DART FENER (o Darth Vader che dir si voglia).

In base ad una legge che prevedeva la rimozione di qualsiasi simbolo del regime comunista, l’amministrazione ha deciso di togliere di mezzo la statua del vecchio leader sovietico che da decenni si ergeva maestosa in una piazza di Odessa. Al suo posto, la statua di un altro leader: ebbene sì, fu deciso di erigere un monumento al cattivo di Guerre Stellari.

L’artista Ucraino Alexander Milov, a cui era stato affidato il progetto di riqualificazione della piazza, decise però che non era il caso di distruggere la statua di Lenin. Molto meglio sarebbe stato dare vita alla statua di Fener aggiungendo le parti che lo caratterizzavano (l’iconico casco, il mantello e i respiratori addominali) come un involucro, lasciando all’interno la statua bronzea di Lenin. In questo modo le generazioni future, se necessario, potranno addirittura “riesumare” il monumento del vecchio leader.